Buon viaggio / Che sia un’andata o un ritorno / Che sia una vita o solo un giorno / Che sia per sempre o un secondo
L’incanto, sarà godersi un po’ la strada / Amore mio comunque vada / Fai le valigie / E chiudi le luci di casa.
Cremonini Zesare
(se non siete bolognesi doc non riuscirete a pronunciarlo bene, ma la cosa migliora dopo aver mangiato un piatto di tagliatelle al ragù 😉 )
Se:
- non vi perdete neanche un post del Museo di Geografia dell’Università di Padova, perchè quei racconti altrui di viaggi passati vi fanno volare con la mente;
- aspettate con ansia il prossimo DPCM che ci dica se questa estate potremo o meno andare in vacanza;
- e nel mentre siete diventati espertissimi di siti di prenotazione last minute, noleggi di roulotte e perchè no piscine gonfiabili da giardino;
- avete cominciato a chattare con quel cugino di terzo grado che vive al mare, che hey sono 20 anni che non ci si vede, non è ora di riallacciare i rapporti?!
Questa è la missione che fa per voi.
Da che l’uomo ha mosso il primo passo sulla terra, ha cercato di conoscere il suo spazio di vita e sempre più la scoperta del mondo si è connessa all’esplorazione ed al viaggio.
Ciò che differenzia un comune spostamento dal viaggio è proprio la scoperta, intesa come conoscenza di qualcosa o qualcuno di nuovo.
Uno che di viaggi ne ha fatto tesoro, anzi arte è Franco Vaccari, artista modenese che nei primi anni ’70 ha realizzato diverse opere incentrate su questa tematica, i “viaggi minimi”, rielaborandola però in chiave anticonvenzionale.
Nel 1974 Vaccari, invece di metterci un’ora per spostarsi da Carpi a Ferrara, come normalmente si farebbe, impiegò molto più tempo, perché in tutti i paesini che trovava, si fermava a scattare una foto.
Ma non una foto del panorama o del monumento più bello. Quelli (come il castello di Ferrara) erano già immortalati nelle cartoline alle quali, invece, lui attaccava la sua polaroid istantanea che ritraeva i suoi zoccoli (in contrapposizione alle ciabatte che aveva usato l’Ariosto qualche secolo prima per compiere lo stesso tragitto a piedi però), oppure dei tralicci dell’alta tensione.
Insomma un paesaggio apparentemente anonimo, al quali però l’artista dà un senso.
Vaccari, con Omaggio all’Ariosto (foto e cartoline vennero poi spedite a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, che le raccolse ed espose in occasione dell’omonima mostra), ci mostra come anche un comune spostamento, che solitamente compiamo senza mettere attenzione o curiosità per quel che ci circonda, possa in diventare un viaggio, ossia l’occasione per incontrare/scoprire qualcosa che prima era ignoto.
In questo particolorassimo momento storico, dopo due mesi di forzata immobilità, in cui tutti quanti attendiamo ansiosi di poter tornare a viaggiare senza limitazioni
seguiamo le orme dell’arte e partiamo in missione per un viaggio minimo!
Cos’è un viaggio minimo?
Il viaggio minimo prevede un minimo spostamento dalla propria abitazione ad un luogo imprecisato che avete sempre avuto a portata di piedi (o bici) e non avete mai considerato, un luogo che prima attraversavate distrattamente e che poi avete ri-scoperto.
Minimal Planet
Una volta individuato il posto, recatevici, scattate una foto della vostra presenza lì rigorasamente con i piedi all’aria in evidenza (ok può non essere sempre facile, ingegnatevi). Raccontateci che posto è, quanto dista da casa vostra (minimo spostamento mi raccomando) e perchè è una scoperta o riscoperta.

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