Volabilità

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Grazie alla passione e alla competenza dell’amica Carlotta Fassina oggi vogliamo presentarvi il falco pecchiaiolo, uno strano rapace, che ci sta particolarmente simpatico.

Non ha un’aria severa come quelli degli altri rapaci perché ha una testa snella (un po’da piccione, ma non diteglielo!) e sopraccigli poco marcati.

Hey tu, umano! Sbaglio o mi hai dato del piccione?

La sua dieta prevede in prevalenza larve di vespe e calabroni, ma all’occorrenza include anche cavallette e lucertole. Piuttosto “pungente” non trovate anche voi?

Quando sornione infila la testa in casa altrui, solitamente non viene punto dagli sciami di vespe inferocite alle quali sottrae l’intero favo. Questo grazie alle penne rigide della testa e del collo che proteggono la pelle.

Tu però non sei così fortunato, quindi gira al largo da favi e alveari.

Come molti altri rapaci compie migrazioni a lungo raggio (si dice proprio così) per raggiungere l’Europa in primavera per poi nidificare e l’Africa equatoriale per trascorrere l’inverno, approfittando del fatto che lì insetti da mangiare ci sono tutto l’anno.

Qualche volta però si spinge ancora più giù.

In Italia arriva tra aprile e metà maggio, passando dalla Sicilia perché non ama sorvolare lunghi tratti di mare. Per risparmiare energie sfrutta le correnti ascensionali, masse d’aria che si alzano di quota per effetto dell’aumento del calore al suolo (l’aria calda è più leggera) o di uno sbarramento come una montagna.

Se nonostante questa bellissima immagine non capite come sfrutta le correnti ascensionali il pecchiaiolo, allora lasciate perdere. Siete un caso patologico.

Una volta che ha trovato una corrente che sale, il pecchiaiolo ci volteggia dentro ad ali tese e poi “scivola” aiutandosi con qualche battuta d’ala fino alla corrente successiva.


Uno studio abbastanza recente ha seguito con il GPS una femmina di questo falco dal Sudafrica alla Finlandia! Questa intrepida esploratrice ha percorso più di 10.000 km (sì hai letto bene) in appena 42 giorni, con una media di 230 km percorsi al giorno.

Non male!

Non male?
Provaci tu, umano smidollato!

La sig.ra pecchiaiolo

Un’ ultima informazione importante è che i pecchiaioli nidificano in grossi nidi sugli alberi all’interno di boschi e quindi da noi preferibilmente in montagna, dove è più facile trovarne.

La missione di oggi si articola in 3 fasi, che si può scegliere di realizzare anche in parte:

  1. Trova altre informazioni sul falco pecchiaiolo, sulla sua colorazione e sulla sua sagoma in modo da poterlo riconoscere quando alzi gli occhi al cielo. Osserva bene la forma della testa e le tre barre della coda (potrebbe essere l’occasione giusta per procurarti o farti comprare un binocolo).

  1. Aiutandoti con la carta, con il globo e con Google Maps o Earth misura l’ipotetica distanza tra l’Equatore e le Alpi venete o un’altra area di nidificazione europea.
    Capisci ora perché potendo è moooooolto utile sfruttare le correnti ascensionali?

  1. Con una carta fisica dell’Africa prova a capire perché le aree di svernamento non comprendono l’intero continente africano, ricordandoti anche di che cosa ha bisogno questo splendido rapace per vivere.

Fatto?

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#volabilità

Pensa che ci sono moltissime altre specie migratrici, da uccellini di pochi grammi di peso alle aggraziate gru. Tutelare le esigenze di tutti loro significa avere cieli più ricchi e più belli.

Grazie a Carlotta Fassina, autrice di buona parte del testo e di tutte le bellissimissime immagini di cui è corredato! Se volete vedere delle bellissime foto di uccelli, seguitela sui social!

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