Perché tutto ciò?

L’importante è certamente porsi le domande…
ma ogni tanto è bello trovare anche le risposte!

Zio Telavevo Detto

C’è una domanda nell’aria, sempre più ricorrente: è la domanda di geografia.

Negli Stati Uniti d’America e nel Regno Unito i geografi sono tra i profili professionali più richiesti e tra i più futuribili.

Sarà la loro capacità di leggere le situazioni, analizzarle e suggerire azioni per modificarle. O sarà forse per il fatto che hanno allenato il pensiero geografico: un superpotere che consiste nella capacità di creare collegamenti spaziali e di senso tra la realtà in cui abitiamo e diversi ambiti (disciplinari) del sapere.

Non lo sapremo mai, ma una cosa è certa. Come la loro disciplina, anche i geografi e le geografe sono esseri fisici e umani. Economici e talvolta anche storici, sono certamente scienziati sociali. Cercano infatti collaborazioni proficue con altri esperti che possano aiutarli a meglio comprendere i fenomeni e le relazioni che s’instaurano tra gli uomini e il loro ambiente di vita (faccenda piuttosto complessa come potete immaginare).

La geografia dopotutto è semplicemente quel casino che ci circonda e ci tocca e toccherà per tutti i giorni della nostra vita.

Re medesimo

Se dunque la geografia è davvero il sapere diffuso e polifonico, critico e indisciplinato, imprescindibile ed inclusivo di cui si parla tanto… forse è utile cominciare sin da piccoli a allenarsi.

Non trovate anche voi?

Ecco cosa sono in fondo le nostre Missioni Geografiche: piccole sovversive attività pensate per pensare, ma anche per agire e cambiare noi stessi e il nostro mondo, a suon di colorate geografie quotidiane.

Il pistolotto è finito…